Vangelo del giorno: Bianchina e le 99 pecore


Matteo 18,12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Gesù racconta una storia e chiede il parere ai suoi. È una storia che ha come protagonisti un pastore, un gregge, e una pecora che si allontana. Una pecora che è cercata dal suo pastore, mentre altre novantanove vengono lasciate sole per lei. Essa “vale” per il pastore come tutte le novantanove. Vi è nel brano una logica strana: il pastore non lascia mai il gregge per una pecora che si perde, semmai conduce il gregge al sicuro, e solo dopo va a cercare quella perduta. Vi è una sproporzione di valore, la pecora perduta vale quanto tutto il gregge. Una logica strana, ma è la logica di Dio. Egli non ama la massa, l’insieme indistinto: Dio ama singolarmente, e a Lui sta a cuore tutto il gregge.
Padre Spicacci racconta così la storia di Bianchina: C’era una volta un pastore che vantandosi della sua attenzione per il suo gregge, si accorse che ne mancava una di nome Bianchina, un nome non certo casuale. Sapendo che egli aveva un gregge numerosissimo, gli chiesi come aveva fatto ad accorgersene. Mi rispose che aveva tutte pecore di colore bianco, e quella che mancava era l’unica con una macchia nera, e quindi facilmente individuabile e per questo l’aveva chiamata Bianchina. Con un colpo d’occhio capì subito che essa mancava all’appello. Gli chiesi se fosse riuscito a trovarla, egli mi rispose che aveva portato il gregge alla fonte e, lasciatolo ad abbeverarsi, si mise in cerca della pecora nera sperduta. “La trovai molto lontano”, mi disse, “mi accorsi dove era perché con il suo belato mi cercava, e subito l’ho individuata e l’ho portata insieme alle altre”. Mi disse pure che, per caricarsela, scivolò e d’istinto si aggrappò ad un rovo di spine, che gli ferì le mani. Non potei fare a meno di pensare a Gesù, e a questo passo del Vangelo. Leggendo bene si capisce, anche se non è scritto, che il pastore si accorge tra cento pecore che gliene manca una, ma come ha fatto? Forse proprio come il mio amico pastore. Dio si accorge quando non ci sei, gli manchi, manchi all’appello del suo amore. Sta scritto anche: “se riesce a trovarla si rallegrerà”; ma Dio non è Colui che può tutto? Certo, ma aspetta che tu lo chiami, che con il tuo “belato” gli fai capire dove ti trovi. Quando ti trova, ti accorgi che non ti ha mai perso di vista. Tra cento pecore, anche se non sei la più bella, Egli non ti abbandona mai, e ti viene a cercare. Per portarti in salvo ed evitare che tu finisca tra le fauci del lupo, si è “ferito” le mani, perché vuole che nessuna si perda. Questa è la volontà del Padre nostro.

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