#Pimonte brucia ancora


Qualche giorno fa Dario Sautto scriveva sul Mattino che la causa degli incendi sul Vesuvio e sui monti Lattari è la stessa. “Mani diverse, scopi differenti, stesso disegno criminale. Ogni incendio doloso ha una sua matrice, con mandanti ed esecutori che hanno un’unica intenzione: devastare…Dal Vesuvio ai Lattari, dal Faito al cuore della Penisola Sorrentina. Cambiano anche le tecniche, forse lo «stile» del rogo, ma soprattutto il fine. In poche ore, l’incendio del Faito ha trovato il suo presunto responsabile, che dovrebbe essere anche l’unico, visti gli elementi finora raccolti dagli investigatori. Un pensionato della frazione Moiano di Vico Equense, che ha agito da solo ed ha anche confessato. Riportando anche le dichiarazioni di Sandro Pennasilico, capo della Procura di Torre Annunziata:
«Non si può etichettarlo come un pazzo spiega il perché in questa maniera si sminuisce la realtà dei fatti. Chi appicca gli incendi è un criminale». Concordo pienamente sul definire reato un atto del genere perché oltre a causare un idrogeologico mette a rischio gli abitanti del posto. C’è anche chi, in riferimento agli incendi del Faito, sostiene che siano sempre le stesse fiamme mai del tutto spente. Evidentemente ci sono disegni drammatici e loschi anche nell’invio di mezzi di soccorso. Forse anche qui ci sono interessi economici non solo per la camorra ma anche per la politica dei soccorsi per la stessa politica e per uomini che si nascondono dietro al “piromane”. Resta di fatto che ad avere la peggio sono sempre è solo gli abitanti, la gente comune che ha ancora un pizzico di indignazione che potrebbe accendere gli animi e ribellarsi. Come è successo ieri a Seiano dove un reporter, Emilio D’Averio è stato bloccato dai carabinieri perché riprendeva in diretta una manifestazione pacifica di protesta. Anche qui forse non si vuole far conoscere la realtà e si vuole tacere. Allora documentiamo con dati e fatti la realtà. Sono ammirato e sorpreso di come tanti pimontesi, stabiesi e vicani si sono attivati sui social pubblicando foto e video…continuiamo a gridare sui tetti. Prima o poi le urla arriveranno nei palazzi.
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