Vangelo del giorno: #paradiso


Matteo 13,47-53
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Che cos’è il paradiso? «paradiso» (da pardes, parola persiana che significa «giardino»: Ne 2,8; Qo 2,5; Ct 4,13).
Se vedo un giardino vedo un prato verde. Forse magari qualcun altro vede dei fiori, degli alberi…io ci vedo un immenso prato verde dove posso correre e inseguire un pallone. Ecco la mia idea di paradiso è questa. Un’esperienza infantile dove il calcio era la mia vita. Dal mattino alla sera in un cortile o in un parcheggio a rincorrere insieme ad altri compagni un super santos. Desiderando un giardino, un prato verde dove sognare una partita di calcio vera. Cosa c’era di così bello? Spensieratezza, agonismo, fisico, successo, prestazioni…esperienze ludiche da cui possiamo far tesoro e desiderare il paradiso.
La mia generazione ha ancora conosciuto la grazia di una catechesi sui novissimi, cioè sulle «realtà ultimissime» che ci attendono tutti: morte, giudizio, inferno e paradiso. Ma come ha scritto Benedetto XVI, i cristiani non sembrano volere la vita eterna, anzi la vita eterna appare ad alcuni un ostacolo al vivere bene oggi la vita in questo mondo. Condivido ancora un’esperienza infantile che forse anche oggi andrebbe proposta ai bambini. Quando qualche volta tornando dal cimitero con mia mamma dopo la visita ai morti avevo ricevuto la raccomandazione di recitare per cento volte usando le dita delle mani sussurrando a ogni dita: «Gesù è il paradiso». Quello stesso Gesù che sulla croce mi incuriosiva perchè, al ladrone crocifisso, promette il paradiso: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso» (Lc 23,43), ovvero «oggi tu sarai con me, accanto a me, insieme a me, e dunque sarai anche tu in Dio, in quel pardes, in quel giardino dove si vive la vita eterna». Al termine di queste condivisioni sulla vita eterna vi propongo la visione di questo vecchio video molto profondo

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1 Commento

  1. Barbara
    Agosto 3, 2017
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    È anche grazie a te se mi sono avvicinata al Signore ,fino a qualche anno fa’ mi ponevo tante domande ,proprio come quei bambini nel filmato ,ma poi è arrivato l’ incontro con” Lui “. Ho sperimentato che Lui è sempre a nostro fianco nel bene e nel male ,con Lui nn possiamo nasconderci dietro ad un dito sa bene chi siamo e sa benissimo ciò che abbiamo nel cuore. Poi ci tenevo a risponderti x me cos’è il paradiso, io nn credo che il paradiso sia lontano ,ma ho capito che camminando con il Signore il paradiso lo possiamo già gustare sulla terra ,xche’ Lui ci dono quella serenità e quella gioia che già ci fanno sentire in paradiso.

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